VERSIONI DI GRECO
Senofonte

 Elleniche: I, 6, 33-35
 Elleniche: I, 7, 3-6
 Elleniche: I, 7, 8-9

Versioni di greco tradotte - Senofonte

Elleniche: I, 6, 33-35 ^top
Le trireme combatterono sul mare per molto tempo, inizialmente tutte riunite, poi sparsi. Dopo che Callicatrida, mentre la nave stava assaltando, era caduto in mare, scomparve e Protomaco e i suoi con l'ala destra vinse la sinistra; da qui la fuga dei Peloponnesiaci procedette verso Chio, la maggior parte verso Focea, gli Ateniesi al contrario navigando verso le isole Arginuse; cinque navi degli Ateniesi e 20 tra i loro uomini furono vinti, eccetto pochi che si portavano verso la riva; poiché 9 navi spartane, che in tutto erano 10, e le altre navi dei Peloponnesiaci persevero oltre 60 uomini, sembrò bene affidare ai triarchi Teramene e Trasibulo 7 strateghi e 40 navi, mentre i tassiarchi navigarono verso le navi affondate e gli uomini che su quelle si trovavano, mentre gli altri proseguirono verso le imbarcazioni ancorate a Mitilene al comando di Eteonico. Pur volendo eseguire gli ordini, furono impediti dal vento e da una violenta tempesta.
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Elleniche: I, 7, 3-6 ^top
Gli strateghi descrissero sia il combattimento navale, sia la forza della tempesta. Avendo Timorate affermato che bisognava che anche gli altri prigionieri fossero dati in mano ai prigionieri, il consiglio dei 500 (la Boulè) li imprigionò. Per questa ragione ebbe luogo l'assemblea in cui altri e quelli e Teramene soprattutto accusavano gli strateghi affermando che fosse giusto che essi subissero il processo poiché non avevano raccolto i naufraghi. Poiché gli altri non avevano nessun altro appiglio a cui ricorrere, Teramene mostrò come testimonianza una lettera che gli strateghi avevano inviato alla Boulè e al demo, nella quale accusavano nient'altro che la tempesta. Gli strateghi in poche parole parlarono per questa ragione ciascuno per contro proprio in propria difesa: a quelli non era stato intentato un processo secondo la legge e descrissero ciò che era stato fatto, cioè che quelli avevano navigato verso i nemici e avevano ordinato il recupero dei naufraghi ad uomini validi tra i triarchi e avevano già comandato (erano già strateghi) a Teramene, a Trasibulo e ad altri; dissero che gli Ateniesi non potevano accusare nessun altro riguardo alla salvezza, se non quelli a cui era stato ordinato, se proprio era necessario accusare qualcuno.
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Elleniche: I, 7, 8-9 ^top
Dopo ciò ci furono le Apature, in cui i padri e i parenti si riunirono tra loro. Gli amici di Teramene disposero che gli uomini avessero dei mantelli scuri e molti fossero completamente rasati sulla testa durante questa festa, affinché giungessero nell'assemblea come se fossero membri delle famiglie delle vittime e Calisseno fu persuaso nella Boulè ad interrogare gli strateghi. Quindi si riunì l'assemblea, la Boulè propose la sua opinione per bocca di Calisseno; dopo che gli strateghi furono stati accusati e ogni difensore fu stato ascoltato nella precedente riunione, decisero che tutti gli Ateniesi votassero per genere, che ad ogni genere fossero consegnate due urne, che da ogni genere ogni banditore bandisse: a chiunque sembrasse che gli strateghi furono colpevoli di non aver tratto in salvo coloro che avevano dominato nella battaglia navale, depositi il voto nella prima urna, e a chi invece sembrasse il contrario, depositi il voto nella seconda urna.


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