LETTERATURA ITALIANA
Luigi Pirandello: drammi teatrali (raccolti in Maschere nude)

Sono rielaborazioni di motivi, situazioni, vicende, personaggi sperimentati nelle novelle, in cui, nonostante la prevalenza del discorso diretto, i personaggi non riescono a comunicare ("incomunicabilità"), questi sono:
 La Morsa, Lumìe di Sicilia, Il gioco delle parti, Il berretto a sonagli, prime opere teatrali tratte dalle prime novelle, rappresentate senza particolare successo sia in lingua, sia in dialetto
 Pensaci Giacomino!, in cui un professore, che riproduce la figura dell'autore, decide, alle soglie della pensione, di far riconoscere come suo il figlio che la figlia della portinaia aveva fatto con Giacomino, un uomo che la ragazza ha rifiutato. Ma nel frattempo la ragazza riprende a frequentare Giacomino, cui si sentiva legata, provocando le minacce del professore, da cui il titolo dell'opera.
 Così è (se vi pare), prima opera di successo sull'impossibilità di conoscere la verità oggettiva. In una cittadina di provincia i nuovi inquilini, il Signor Ponza, impiegato della prefettura, sua moglie, la Signora Ponza, e la suocera, la Signora Frola, suscitano la morbosa curiosità del piccolo mondo perbenista e pettegolo dei notabili del paese: infatti, la moglie di Ponza, isolata da tutti, comunica con la madre solo per mezzo di bigliettini calati dalla finestra con un paniere. Allora il Signor Ponza e la suocera giungono a spiegare, uno per uno, la propria verità ai vicini curiosi: secondo la Signora Frola, il genero proibisce alla moglie di comunicare con lei per una forma di fole gelosia, che lei accetta, per compassione e per amore della figlia; il Signor Ponza implora che non le diano ascolto, perché la suocera è impazzita dopo la morte della figlia, che lui si sforza per pietà di farle credere viva nelle vesti della sua seconda moglie. Nella scena conclusiva, la giovane Signora Ponza finalmente compare di fronte a tutti, ma con il volto velato e con un'affermazione che delude ogni curiosità e lascia aperto l'enigma: ella infatti sostiene di essere "colei che la si crede".
 Sei personaggi in cerca d'autore, in cui una compagnia di attori, che sta provando svogliatamente la commedia "Il gioco delle parti", è costretta ad interrompere i suoi lavori perché sei personaggi, creati dalla fantasia di un autore, appaiono misteriosamente sul palcoscenico, smaniosi di esprimere il loro dramma e di vederlo rappresentato dagli altri attori. Il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, la Bambina, e il Giovinetto) sono i protagonisti di una tragica vicenda familiare, il cui punto culminante è l'incontro casuale, in una casa d'appuntamenti, tra il Padre e la Figliastra, che per poco non sfocia in un rapporto incestuoso; ne deriva una situazione insostenibile, che si conclude con la morte della Bambina e il suicidio del Giovinetto. Dopo le prime resistenze, il Capocomico si lascia convincere ad allestire la rappresentazione, ma i tentativi di mettere in scena la storia falliscono, perché la recitazione degli attori falsa inevitabilmente le angosce, i rancori e i punti di vista dei personaggi: la tragedia è per loro solo finzione, mentre, per i sei personaggi, è dolorosa realtà.
 Enrico IV, la cui vicenda presuppone un antefatto: durante una festa di carnevale, un giovane travestito da Enrico IV, cade da cavallo, batte la testa e diventa pazzo, ossia si crede Enrico IV stesso. Da quel momento la famiglia, per assecondarlo, gli costruisce intorno, nella villa in cui è rinchiuso, un'atmosfera d'epoca, con tanto di domestici travestiti da cortigiani. Nel frattempo Matilde Spina, la donna amata dal protagonista, che in quell'occasione era travestita da Matilde di Canossa, è diventata l'amante di Belcredi, l'amico-rivale del pazzo. La narrazione comincia quando un nipote di Enrico, convinto da un medico, decide di ricostruire la stessa situazione della festa di carnevale di vent'anni prima, in modo da provocare nel pazzo uno shock tale che sia in grado di riportarlo alla normalità. Ma nel frattempo Enrico è rinsavito e ha fatto sapere di non essere più pazzo: dopo aver rivelato sulla scena che Belcredi lo aveva fatto cadere da cavallo, con uno scatto improvviso uccide quest'ultimo: da ora in poi Enrico dovrà continuare a recitare consapevolmente la parte del pazzo per tutta la vita.
 Ciascuno a suo modo, ripropone il tema della donna fatale, già trattato nei "Quaderni di Serafino Gubbio operatore"
 Questa sera si recita a soggetto, in cui il regista Hinkfuss propone una rappresentazione "a soggetto" sulla trama di una novella pirandelliana, con divisione in quadri, anziché in atti, intervallati da intermezzi citati. Nico Verri corteggia Mommina, una delle quattro figlie di una signora di provincia, troppo propensa ad ignorare le convenzioni di paese e ad ammettere in casa gli ufficiali del presidio locale. Ma, dopo averla sposata, Verri è preso da gelosia retrospettiva, e riduce la moglie alla larva della spensierata ragazza che è stata un tempo. Un giorno arriva alla cittadina una sorella di Mommina, diventata cantante: Mommina, narrando alle figlie la trama della "Forza del destino" (opera lirica), rivive i giorni lieti della giovinezza: e il dolore del contrasto di quei giorni felici con la grigia pena di oggi è tanto forte da stroncarla.


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