LETTERATURA ITALIANA
Luigi Pirandello: Resti mortali

Zio Fifo ha la passione di fare dispetti a tutti, a partire dai suoi nipoti che lo accudiscono nella vecchiaia. Un giorno decide di recarsi da Roma a Bergamo per dare l’ultimo saluto a un amico che parte per l’America, e i suoi nipoti cercano di distoglierlo dal proposito sostenendo, per scherzo, che potrebbe morire nel viaggio. Ma lo zio burlone parte ed effettivamente muore appena arrivato a destinazione. Il nipote di Bergamo, prima di partire, rispedisce la salma ai nipoti di Roma, con un telegramma che riporta la scritta “resti mortali”. Al momento del funerale, con tanto di carrozza di prima classe, i doganieri fanno sapere ai nipoti della multa che devono pagare per aver dichiarato “resti mortali” ciò che avrebbe dovuto essere chiamato “feretro”, in quanto coi primi si intendono le ceneri del defunto: durante la lite tra i doganieri e i nipoti, che non comprendono la differenza tre tali diciture, i parenti pensano che anche da morto Zio Fifo continui a fare i suoi dispetti e che, da dentro il feretro, si porti la mano al volto per darsi una stropicciatina.

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