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Odilia è la badessa del convento ed il personaggio principale della vicenda. Lei era succeduta ad un'altra Odilia, che era la fondatrice del convento. Di lei, come per tutti gli altri personaggi, non ci viene data una precisa descrizione fìsica: sappiamo soltanto che aveva gli occhi color marrone. "Fu una brava badessa, solerte ed attenta nel governo del suo piccolo feudo: amministratrice oculata della rendita del convento, equanime verso le consorelle, pronta a dirimere contese o altri dissapori che sorgessero nel mondo chiuso tra quelle mura". Si innamora subito del cavaliere: "Probabilmente morirà in battaglia,-pensò,-e se non morrà, si dimenticherà di questa piccola monaca lontana. Ma Odilia non lo dimenticò ".
Il cavaliere è un altro personaggio molto importante nella storia perchè egli entra nei pensieri di Odilia. Lo incontriamo per la prima volta nelle prime pagine del libro, poco dopo aver fatto la sua prima comparsa la badessa. "Forse fu il luccichio di quelle lacrime ad attirare l'attenzione di un cavaliere biondo, tutto vestito di azzurro. Si fermò sotto il palco in attesa. Quando le lacrime permisero ad Odiila di scorgere qualcosa, vide due occhi azzurri che la fissavano dal basso, occhi ridenti che parevano dire qualcosa ". Egli sembra essersi a sua volta innamorato di Odilia: quando toma dalla crociata, si ricorda ancora di lei e, quando la vede, la riconosce subito.
Biondo Gerardo è il servitore di ser Francesco. Lo incontriamo per la prima volta nella prima metà del racconto mentre porta un orciuolo di vino al convento. Biondo Gerardo però non è il suo vero nome: "aveva trovato un compagno [...]. Di ribalderia in ribalderia il loro sodalizio si era fatto sempre più stretto, assalti a castelli, agguati a carovane di mercanti, lunghe fughe notturne, la disperata solitudine del bandito. Finché nell'ultimo assalto il compagno era stato ucciso. -Quello che era morto, -concluse ser Francesco, - si chiamava Biondo Gerardo. L'amico superstite prese il suo nome, con l'intento, credo, di riscattare il morto ". Di lui sappiamo la condizione sociale a cui apparteneva: "è figlio cadetto di una nobile famiglia vercellese [...], legge e scrive correttamente latino e francese, possiede una buona cultura fìlosofica, musicale, artistica ".
Ser Francesco è il propietario di un terreno dove produce sopratutto vino. "Altissimo, magro, a capo scoperto, la sua figura si stagliava nella luce della sua porticina che s'apriva nel muro, occupandola interamente. Era avvolto in un largo mantello da viaggio che gli scendeva fino all'orlo degli stivali; teneva per le briglie il gran cavallo baio con dui soleva viaggiare". Ser Francesco ci appare come un uomo generoso: offre al convento il suo vino e, dopo l'episodio dell' alluvione, anche il grano (nel convento era finito in seguito alle focacce che Odilia aveva fatto per i bambini), e un sacco di legumi provenienti dall'Arabia. Inoltre fa il progetto del vigneto che viene poi messo sulla collina con l'aiuto di Biondo Gerardo e del cavaliere.
2)Tutti i personaggi, che suscitano, nel lettore, reazioni di simpatia, vengono rappresentati più o meno con la stessa completezza e su di essi non vi sono giudizi da parte dell'autore.
2)II tempo in cui è
ambientata la vicenda è sicuramente tra il XI-XIII sec. d.C.; questo
perché nel libro il cavaliere di cui si innamora Odilia aveva partecipato,
qualche tempo prima, ad una crociata (non viene specificata quale)
"Erano stati radunati
dal marchese del Monferrato perchè partecipassero con lui, guerrieri
e compagni, alla crociata in Terra Santa: tutti i giovani cavalieri dei
castelli vicini, vestiti a festa, con le bardature bordate di bronzo e
d'argento, i colori del casato tessuti sulle gualdrappe, le insegne ricamate
sulle sopravvesti, stendardi di seta svolazzanti al sole di maggio
". Tuttavia, poichè la prima crociata ebbe inzio nel novembre 1095,
il racconto non può svolgersi prima del 1147, anno di inizio della
seconda crociata.
3)Gli spazi vengono rappresentati dall'autrice in maniera realistica attraverso descrizioni: "II luogo più basso era infatti coltivato a lattughe, il cui verde pallido si stendeva in fìlari nitidi e puliti che emergevano dalla terra accuratamente sarchiata. Accanto alle lattughe correvano sottili file di rapanelli e senapi, affiancate da sedani appena trapiantati, come rivelavano i monticelli di terriccio che ne proteggevano la base del fusto. Verso la parte più alta chiudevano l'orto i fìlari d'agli e cipolle, anch 'essi trapiantati di recente dove il terreno era un poco più asciutto ".
4)Le vicende narrate ricoprono un arco di tempo di qualche anno (anche se la storia vera e propria su cui è incentrato il libro è di circa 9 mesi): all'inizio Odilia è nell'età adolescenziale, poi diventa maggiorenne, ed infine trascorre alcuni mesi (da aprile a gennaio) in compagnia del cavaliere.
2)II narratore non interviene mai m prima persona: "Ma un pomeriggio, senza che nessuno se ne accorgesse, il cielo trascolorò, come se una gran pennellata biancastra lo avesse percorso tutto".
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