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"Senilità" Italo Svevo - 1952

Scheda di Senilità - Italo Svevo: notizie sull'autore
Scheda di Senilità - Italo Svevo: trama
Scheda di Senilità - Italo Svevo: commento


Scheda di lettura libro - Senilità - Notizie sull'autore

Italo Svevo, il cui vero nome è Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste il 19 Dicembre del 1861. Il padre era un facoltoso commerciante ebreo e cercò di avviare il figlio sulla stessa strada, un mestiere verso il quale il giovane Hector non provava alcuna simpatia, anche se diverse circostanze della sua vita lo costrinsero in seguito ad esercitarlo. Italo Svevo (questo il nome d'arte che si scelse, volto ad indicare la propria doppia componente culturale) compì gli studi a Trieste ed in Germania(dove approfondì  la sua conoscenza del tedesco); ben presto scoprì la sua passione per la letteratura, una passione che lo spinse a pubblicare a sue spese i primi romanzi, dai quali ottenne scarso successo.
Queste delusioni e le sue frustrazioni lavorative (fu malvolentieri impiegato di banca dopo il fallimento dell’azienda paterna), lo trattennero dal pubblicare altre opere finché non ebbe come insegnante d'inglese James Joyce. L'attenzione di quest'ultimo e quella di Eugenio Montale nei confronti del suo romanzo "La coscienza di Zeno", fecero sì che, dopo oltre 25 anni dalla sua prima pubblicazione, il successo internazionale arridesse allo scrittore dell'inettitudine e dei fallimenti, i temi privilegiati della letteratura di Svevo.
Il nuovo fervore creativo venne però interrotto dalla morte che sopraggiunse il 12 Settembre del 1928, per le conseguenze di un incidente automobilistico.

Il romanzo che ho avuto il piacere di leggere è intitolato “Senilità”. Questo testo, fu scritto ben due volte. La prima non ebbe un gran successo ma la per la seconda edizione (1898) non fu così, tanto che, il suo insegnate di inglese James Joyce lo spronò a scrivere e a realizzare quest’opera che Eugenio Montale definì “quasi perfetta”.


Scheda di lettura libro - Senilità - Trama


La trama è a parer mio particolarmente triste e pessimista. Il protagonista è il triestino Emilio Brentani, un modesto impiegato trentenne che dopo aver coltivato senza successo le sue ambizioni lavorative e artistiche si trova a condividere la vita con la sorella Amalia.
Un giorno un incontro fatale con una donna, di nome Angiolina, una bella ragazza disposta a tutto pur di elevarsi socialmente, gli cambiò la vita nel peggiore dei modi. Una storia nata quasi  per caso e con poca importanza trasforma la vita di Emilio in un’ossessione morbosa.
La ragazza proveniva da una famiglia povera che amava il lusso e ambiva al massimo, illudeva gli uomini, si prendeva gioco di loro con un’astuzia, a parer mio, sconcertante.
La vita della sorella Amalia che nel romanzo compare moltissime volte, ruota attorno alla vita del fratello al quale ella dedicherà il resto della sua vita, non avendo in età più giovane, formato una famiglia. Amalia non è molto considerata dal fratello, vive come una serva, una donna di casa che si occupa di Emilio come una madre, benché fosse più giovane tra i due.
Emilio stregato da Angiolina pare quasi ipnotizzato da una donna che, lo riempirà di tradimenti e di bugie, aiutata dalla madre, lo condurrà alla disperazione più totale.
Il romanzo ambientato in una Trieste ricca di colori, di passioni, e illusioni fa da sfondo ad una storia d’amore, se così si può definire, priva di  lieto fine.
Angiolina avrà parecchi uomini, l’avvocato Volpini, l’ombrellaio della città, l’amico di Emilio lo scultore Stefano Balli, il Signor De Luigi e molti altri protagonisti maschili furono amanti alternati nella storia d’amore fra Angiolina ed Emilio.
Ella sembrava amarlo ma solo false illusioni, crudeli tradimenti, profonde sofferenze colpivano il cuore del povero innamorato, che nel frattempo trascurava la sorella.
Amalia, infatti, nella sua solitudine s’innamorò dello scultore, caro amico di famiglia, Stefano Balli. Ella presa dalla disperazione, di questo amore che l’aveva coinvolta, dal fratello che non le riservava particolari attenzioni, si diede alla droga, assuefandosi di etere. Emilio, che non si era accorto di questa disperazione che colpiva la povera sorella, poiché i suoi pensieri erano solo rivolti ad Angiolina, un giorno rientrato in casa, la trovò ormai agonizzante.
La donna negli ultimi giorni della sua vita fu assistita da una vicina di casa, dal suo “amato” Stefano Balli e dal fratello, le sue ultime parole sgorgavano dalla bocca della donna come speranze che alla fine volarono via come la sua anima al cielo.
Emilio durante gli ultimi giorni di vita della sorella si incontrò con la sua amata Angiolina, e finalmente, le disse che tutto era finito, che era stanco di essere tradito e preso in giro. Ma dopo la morte di Amalia, Emilio sentì del rancore nel cuore, un rancore che rimarrà nella sua anima per sempre, per aver trascurato una sorella che, lo aveva accudito dandogli tutto il suo amore, e senza nemmeno accorgesene ella ora non c’era più. Una solitudine profonda giaceva in egli, ora che le donne della sua vita l’avevano abbandonato.

Scheda di lettura libro - Senilità - Commento


Questo romanzo ci delinea chiaramente il pensiero intellettuale di Svevo. Secondo lo scrittore, l’uomo è malato, sofferente, da queste parole - chiave il titolo del romanzo “Senilità” =(ultimo periodo della vita di un organismo). Leggendo la prefazione, lo scrittore Paolo di Stefano , analizza proprio il contesto culturale durante il quale il testo viene scritto. Innanzi tutto ci troviamo a Trieste, una città che subì fino alla prima guerra mondiale l’influsso di varie culture, dovute alle varie dominazioni che si susseguirono nel tempo e che favorirono uno sviluppo quasi “incontenibile” della città. Ecco qui che Svevo da la causa ad una società in cerca di identità che  porta alla distruzione della vita dell’uomo e della natura come speranza, sogno e felicità. L’uomo però, come Emilio Brentani, il protagonista di Senilità è cosciente di ciò che sta accadendo, per Emilio i tradimenti di Angiolina sono realtà come per l’uomo in questa società di leggi è razionale di fronte alla sconfitta della natura e dell’essere uomo come tale, con sentimenti e speranze.
Nel romanzo molte volte compare l’uso del monologo, ma i racconti vengono per lo più narrati in terze persona, un intreccio di punti di vista si alternano nella narrazione. Nel romanzo viene usata una terminologia abbastanza complessa anche se facilmente comprensibile. Sono molto frequenti gli elementi paesaggistici che fanno sfondo a vicende, ma molto spesso, sono elementi che esprimono stati d’animo; i colori del cielo, delle nuvole, il mutamento delle stagioni raffigurano come uno specchio ciò che il protagonista, Emilio, ha dentro l’anima.
Il romanzo fa parte della collana “I grandi Romanzi” del “Corriere della Sera”, è costituito da 14 Capitoli e 235 pagine.
La scelta di lettura di questo libro è stata una scoperta nuova; fino ad ora non avevo avuto il piacere di leggere un libro di Italo Svevo, ma dopo quest’esperienza credo che il mio prossimo acquisto il libreria sarà proprio un romanzo di questo scrittore, che nelle sue pagine mi ha stupito, mi ha dato emozioni e mi ha fatto riflettere… mi ha fatto capire che i tempi non cambiano, mutano gli usi e costumi ma l’amore è sempre quell’emozione che fa gioire e fa soffrire.

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