Ettore Schmitz nasce a Trieste il 19 dicembre 1861 da Francesco Schmitz, un commerciante
nel ramo vetrario, e Allegra Moravia. Trascorre l'infanzia a Trieste, nella casa patriarcale,
e in questo periodo la città fa ancora parte dell'impero austro-ungarico, nonostante
la massiccia presenza degli irredentisti che vorrebbero annetterla al neonato regno
d'Italia. All'età di dodici anni Ettore viene mandato a studiare in un collegio in Baviera,
dove ha modo di apprendere alla perfezione la lingua tedesca. Terminati gli studi, ritorna
a Trieste, dove si iscrive all'Istituto Commerciale Giuseppe Rivoltella anche se la sua
aspirazione è la letteratura. Nel 1980 comincia a collaborare con il giornale irredentista
triestino "L'indipendente", in seguito compone quattro opere teatrali e alcune novelle.
Nel 1892 pubblica a sue spese presso l'editore Ettore Vram il suo primo romanzo, "Una
Vita" per il quale riceve una lettera di elogio dal futuro premio Nobel Paul Heise, e
in cui si firma Italo Svevo, per sottolineare la sua appartenenza alla cultura italiana,
tedesca e slava. Nel 1898 pubblica, sempre a sue spese, il suo secondo romanzo, "Senilità".
Nel 1915, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si ritrova solo e senza lavoro e
comincia a dedicarsi allo studio. Nel 1918, anno in cui finalmente Trieste diventa italiana,
traduce l'opera "Sul sogno" di Freud, inoltre comincia a collaborare con il quotidiano
"La Nazione". Il romanzo "La coscienza di Zeno" verrà pubblicato nel 1923 e poi, tradotto
in francese, nel 1927. Scrive ancora:"La madre", "Una burla riuscita", "Vino Generoso" e
"La novella del buon vecchio e della bella fanciulla".
Nella prefazione il dottor S. presenta il libro come autobiografia del suo paziente
Zeno, scritta sotto suo consiglio come preludio alla psico-analisi.
IL FUMO. In questo capitolo Zeno racconta il suo rapporto con il fumo. Iniziò a
fumare da bambino, prima per gioco, poi come gesto di trasgressione, fino a quando le
sigarette non divennero una vera e propria malattia. Zeno non fumava per il piacere
che gli dava la nicotina, ma per la sensazione che accompagnava l' "ultima sigaretta":
decideva di smettere di fumare ogniqualvolta avveniva un fatto straordinario o quando
c'era una ricorrenza importante, così associava a quel giorno anche il "sentimento di
vittoria su se stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute". Poi
però ricominciava, in modo che ci sarebbe stata di nuovo un'ultima sigaretta, di cui
annotava sempre la data.
LA MORTE DI MIO PADRE. Zeno racconta il grande dolore che accompagnò gli ultimi
giorni di vita del padre, unico momento in cui gli fu davvero vicino. Questo dolore,
oltre che per la perdita del genitore, era causato anche dal fatto che suo padre non
riuscì a comunicargli delle cose importanti perché fu colpito da un edema cerebrale e
poi dal suo gesto estremo che fu quello di dare uno schiaffo, seppure involontario, al
figlio. Zeno non poté mai dimenticare quell'azione, che aveva interpretato come una
punizione eterna, perché non poté mai giustificarsi.
LA STORIA DEL MIO MATRIMONIO. Zeno conosce un certo Giovanni Malfenti e comincia
a frequentare la sua casa, con l'intenzione di conoscere le sue quattro bellissime figlie.
È subito attratto dalla bella Ada, che cerca di conquistare con il suo umorismo, anche se
lei non lo contraccambia; in compenso, però, Augusta, la maggiore e la più brutta delle
ragazze, si innamora di lui. Quando decide finalmente di dichiararsi ad Ada, costei lo
respinge, essendo innamorata di un certo Guido Speier, così Zeno giunge a fidanzarsi
con Augusta, dato che anche la sorella Alberta lo rifiuta. Così si ritrova a sposarsi
con colei che aveva rifiutato dalla prima volta che l'aveva vista, tuttavia il suo è
un matrimonio sereno.
LA MOGLIE E L'AMANTE. Frequentando il Copler, un suo vecchio amico, Zeno conosce
Carla, una ragazza povera che vive delle offerte che il Copler raccoglie tra i suoi
amici. Conoscendosi sempre meglio, Zeno e Carla divengono amanti: Carla lo vede come
colui che può liberarla dalla costrizione del canto a cui è obbligata dal suo benefattore,
Zeno invece non sa mai come comportarsi con lei. La relazione è positiva per lui perché
dopo il tradimento si sente più vicino ad Augusta, più affettuoso nei suoi confronti,
però ha paura che a lungo andare Carla lo allontani dalla moglie; per questi motivi Zeno
si trova a combattere con due stati d'animo differenti: da una parte c'è il desiderio
che prova nei confronti della ragazza, che gli impedisce di starle lontano, ma dall'altra
c'è la paura di legarsi troppo a lei, la paura che ella pretenda sempre di più e la paura
di far soffrire Augusta, sempre dolce e devota verso di lui. Alla fine è Carla che prende
la decisione di lasciarlo, avendo visto Ada (che lei credeva essere Augusta) molto triste,
come se fosse consapevole del tradimento del marito, e avendo compassione di lei.
STORIA DI UN'ASSOCIAZIONE COMMERCIALE. In questa parte del libro è descritto il
rapporto d'amicizia che lega Zeno a Guido, il marito di Ada. Zeno si era affezionato
a lui come gesto d'ammirazione e di invidia, dato che era riuscito ad ottenere l'amore
di Ada. Guido viene visto da Zeno come il suo opposto positivo, perché egli aveva tutte
le qualità che a lui mancavano e per di più aveva la salute (Zeno, al contrario aveva
sempre qualche malattia, seppure immaginaria). Guido offre a Zeno di lavorare nell'attività
commerciale che intraprende, ma in cui non s'impegna affatto: assume una segretaria inutile
che poi diviene la sua amante e comincia a perdere sempre più soldi, inoltre finge un suicidio
per ottenere la compassione di Ada, che gli offre dei soldi. Egli perde anche questi
giocando in Borsa e quando finge un altro suicidio, per un errore muore davvero. Intanto
Ada si ammala e confessa a Zeno che lo ammira per tutto quello che fa, per come è responsabile
e per l'amore che prova per Augusta, confrontandolo con i tradimenti di Guido; così si
invertono i ruoli: Zeno viene ritenuto l'uomo migliore della famiglia, mentre Guido viene
definito solo un egoista.
PSICO-ANALISI. Dopo un periodo di cure psicoanalitiche, mentre il dottor S. lo reputa
guarito, Zeno ritiene di star peggio di prima e decide di interrompere la terapia e di
continuare a scrivere un diario, cosa che gli era stata proibita dal medico. In quelle
pagine racconta i rapporti con il dottore, i suoi sogni e le interpretazioni che egli
dava loro, infine parla della diagnosi. Poi c'è lo scoppio della guerra: Zeno si trova
di fronte a nuove situazioni che cambiano la sua vita e lo modificano anche interiormente;
ora è un uomo impegnato nel suo lavoro, ottiene dei successi e si ritiene guarito e felice
poiché giunge alla conclusione che la malattia è una condizione comune della specie umana.
ZENO. È il protagonista dell'autobiografia e per questo il personaggio più importante
del libro. Raccogliendo i ricordi della sua vita egli riporta alla luce tutti i suoi problemi,
i suoi travagli interiori e le sue riflessioni che hanno caratterizzato tutti i suoi comportamenti.
La sua caratteristica principale è la somatizzazione del suo dolore interiore che lo
porta ad essere un malato immaginario. Non è un uomo malvagio e se fa qualcosa di sbagliato
non lo fa, in genere, per danneggiare gli altri, ma spesso finge proprio per accontentare
chi gli sta intorno. È un personaggio molto dinamico, in quanto in tutti i fatti raccontati
nella biografia si ritrovano sempre gli stessi problemi ma nella parte finale, quando racconta
del suo cambiamento, si rende conto che è mutato completamente in tutti i punti di vista:
da pigro nullafacente diviene un bravo affarista, da malato e vittima, diventa un uomo sano,
forte e vittorioso, un uomo soddisfatto e questo avviene grazie alla realizzazione che proviene
dal lavoro: non è più il buono a nulla che doveva chiedere sempre consigli, adesso riesce ad
andare avanti con le sue forze e per questo non ha più bisogno di trovarsi delle malattie
con cui giustificare i suoi insuccessi.
AUGUSTA. È la brava innamorata moglie di Zeno. Quando egli chiede la sua mano, ella
accetta di stare al suo fianco pur essendo a conoscenza del suo amore per Ada. È una donna
serena e decisa, è molto responsabile ed ha una devozione profonda verso il marito, anche
se non è sottomessa a lui, ma ha una forte personalità. È un personaggio statico perché
non subisce dei cambiamenti a livello interiore e comportamentale, ma rimane tale e quale
in ogni vicenda.
ADA. È il grande amore di Zeno, la ragazza di cui si innamora profondamente ma che
non possiederà mai. È una donna inizialmente forte e decisa, che viene profondamente
delusa dalle circostanze in cui viene a trovarsi a causa del marito. Dopo il suo matrimonio
cambia ogni cosa: Guido non l'ama come prima e non si interessa nemmeno ai loro due figli
e questo provoca in lei un dolore così grande da occultare la sua antica bellezza, sottrattale
anche dalla malattia. Da personaggio energico e positivo, diviene così una vittima circondata
da un alone di tristezza e malinconia che la trasformano completamente.
GUIDO. Nel libro appare come il grande amico di Zeno anche se, probabilmente, tra
loro non ci fu mai una vera amicizia. Zeno cominciò a frequentarlo dopo il fidanzamento
con Augusta per restare sempre in contatto con Ada e per avere dei rapporti più stretti
con lei, poi, con l'apertura dell'attività commerciale diviene il suo supporto. Guido è
un uomo molto sicuro di sé, troppo, e questo lo porta alla rovina sia nell'ambito economico,
sia sul piano affettivo perché dopo i suoi tradimenti gli viene a mancare l'amore di Ada,
ma anche la stima della famiglia Malfenti. Non cambia mai il suo comportamento, ma quello
che cambia è la visione che ha Zeno nei suoi confronti: prima era un uomo vero, da ammirare,
poi un fallito.
CARLA. È la prima amante di Zeno e ha un ruolo di primaria importanza nei due anni
della loro relazione. È una ragazza che sa cosa vuole ed è pronta a tutto pur di ottenerla,
come fa con Zeno. Sebbene avessero un rapporto intimo, non volle mai dipendere da lui, né
causare dolore a sua moglie, per questo, alla fine, lo lascia.
IL DOTTOR S. Non compare che nel preambolo e nell'ultimo capitolo, ma è fondamentale
in quanto lui stesso volle la stesura, da parte di Zeno, della sua autobiografia. Nonostante
sia stato il suo psicanalista, Zeno lo disprezza perché a seguito della terapia ritiene di
essere peggiorato. Non viene descritto mai, vengono solo elencate le sue diagnosi e le
interpretazioni che dà dei sogni di Zeno, ma è evidente che il loro non era un rapporto
di fiducia, dato che il paziente si inventava dei sogni che rendevano soddisfatto il
medico, poiché confermavano le sue ipotesi.
Ad essere sincera, questo libro non è stato uno dei più belli che io abbia mai letto,
forse perché il genere non è tra i miei preferiti, però il finale mi ha sorpreso. Mentre
leggevo le vicissitudini di Zeno Cosini, non credevo possibile che si potesse scrivere
realmente un'autobiografia così, mi sembrava strano che una persona potesse ricordare
con tale precisione dei fatti avvenuti decine e decine di anni prima, però poi, riflettendoci
bene (anche grazie ad una discussione fatta in classe), mi sono resa conto che è possibile,
che se si riesce a trovare il modo, si può tirare fuori dal nostro inconscio tutto ciò
che abbiamo immagazzinato nel corso degli anni, anche se poi sembra di averlo perduto.
Come ho già detto, mi ha colpito il finale: ha placato il mio scetticismo iniziale, dimostrando
che quanto diceva il dottore nella prefazione è vero, che raccogliere i ricordi in un
diario può servire a farci cambiare. Non è tanto il fatto stesso di scrivere, ma è il
diventare consapevoli di quello che ci è accaduto, che ci fa riflettere, ci fa capire
tutte quelle cose che al momento risultavano difficili da comprendere perché eravamo
troppo coinvolti; l'autobiografia ha spinto involontariamente Zeno a ripescare cose in
apparenza insignificanti che, esaminate "dall'esterno", hanno assunto un significato
completamente diverso. In conclusione, sebbene il libro non mi sia piaciuto molto, mi
ha comunque portato a questa importante riflessione sulla psico-analisi, argomento che
non avevo mai affrontato fino ad ora.