VERSIONI DI LATINO
Cesare - De bello civili



 De bello civili 1, 1
 De bello civili 1, 10
 De bello civili 1, 11
 De bello civili 1, 12
 De bello civili 1, 13
 De bello civili 1, 14
 De bello civili 1, 32
 De bello civili 1, 33
 De bello civili 2, 3
 De bello civili 2, 27
 De bello civili 2, 28
 De bello civili 2, 29
 De bello civili 2, 30
 De bello civili 2, 36
 De bello civili 2, 44
 De bello civili 3, 3
 De bello civili 3, 14
 De bello civili 3, 54


Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 1 ^top
Dopo che la lettera di Cesare fu consegnata ai consoli, si ottenne con difficoltà, nonostante la forte insistenza dei tribuni della plebe, che essa fosse letta in senato; non si poté invece ottenere che se ne parlasse ufficialmente. I consoli presentano una relazione sulla situazione dello stato. Il console Lentulo aizza il senato; promette di non fare mancare il suo appoggio allo stato, se i senatori vorranno esprimere il loro parere con coraggio e forza; ma se essi hanno riguardo per Cesare e ricercano il suo favore, come hanno fatto nei tempi passati, egli prenderà posizione nel proprio interesse senza sottostare all'autorità del senato; del resto anche lui ha modo di trovare rifugio nel favore e nell'amicizia di Cesare. Con il medesimo tono si esprime Scipione: è intenzione di Pompeo difendere lo stato, se il senato lo asseconda; ma se il senato esita o agisce con troppa pigrizia, invano implorerà il suo aiuto, se in seguito lo vorrà.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 10 ^top
Assuntosi l'incarico, Roscio insieme a Cesare arriva a Capua, dove trova i consoli e Pompeo; racconta le richieste di Cesare. Dopo essersi consultati, danno una risposta e, tramite loro, per iscritto rimettono a Cesare le loro proposte, i cui punti principali sono questi: che Cesare ritorni in Gallia, si allontani da Rimini, congedi l'esercito; Pompeo sarebbe andato in Spagna quando egli avesse eseguito questi ordini. Nel frattempo, fino a che non sarebbe stato sicuro che Cesare avrebbe mantenuto le sue promesse, i consoli e Pompeo non avrebbero interrotto gli arruolamenti.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 11 ^top Pretendere che Cesare si ritirasse da Rimini e ritornasse nella sua provincia, mentre Pompeo conservava e le sue province e le legioni altrui, era una proposta ingiusta; (era proposta ingiusta) pretendere che venisse congedato l'esercito di Cesare, quando Pompeo faceva le leve; (era proposta ingiusta) promettere di partire per la sua provincia e non fissare la data della partenza, così che, se anche non fosse ancora partito, una volta terminato il proconsolato di Cesare, non sarebbe tuttavia apparso vincolato da alcuno scrupolo di mentire; inoltre il non fissare una data per l'abboccamento e il non promettere di incontrarlo facevano fortemente disperare dei propositi di pace. E così manda Antonio da Rimini ad Arezzo con cinque legioni; egli con due legioni si ferma a Rimini e qui si dispone a fare leve; con una coorte per città si impossessa di Pisa, Fano, Ancona.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 12 ^top
Informato nel frattempo che il pretore Termo teneva Gubbio con cinque legioni e che fortificava la città e che tutti gli Iguvini erano ottimamente disposti nei suoi confronti, invia Curione con tre coorti che aveva a Pisa e a Rimini. Venuto a conoscenza del loro arrivo, Termo, che non si fidava del consenso del municipio, ritira le coorti dalla città e fugge. I suoi soldati, durante la marcia, disertano e se ne tornano a casa. Curione si impadronisce di Gubbio col massimo consenso di tutti. Conosciuti i fatti, confidando nei consensi dei municipi, Cesare ritira dai presidi le coorti della tredicesima legione e marcia su Osimo; questa posizione era tenuta da Azzio che vi aveva introdotto le coorti e faceva, mandando in giro senatori, leve in tutto il Piceno.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 13 ^top
Alla notizia dell'arrivo di Cesare, i decurioni di Osimo si recano in gran numero da Azzio Varo; gli dichiarano che non spetta a loro giudicare; che né loro né gli altri municipi possono accettare che il comandante Cesare, benemerito dello stato, autore di tante imprese, sia tenuto lontano dalla città e dalle sue mura; Varo, dunque, tenga conto del giudizio dei posteri e del proprio pericolo. Indotto da queste parole, Varo ritira dalla città il presidio che vi aveva introdotto e si dà alla fuga. Pochi soldati dell'avanguardia di Cesare, dopo averlo inseguito, lo costringono a fermarsi. Attaccata battaglia, Varo viene abbandonato dai suoi; una parte dei soldati se ne torna a casa; i rimanenti raggiungono Cesare. Viene fatto prigioniero e condotto insieme a quelli Pupio, centurione primipilo, che prima aveva avuto quel medesimo grado nell'armata di Pompeo. Cesare si congratula poi con i soldati di Azzio, lascia libero Pupio, ringrazia gli Osimati e promette di conservare il ricordo del loro operato.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 14 ^top
Giunta notizia a Roma di questi fatti, si diffuse all'improvviso un terrore talmente grande che il console Lentulo, che era andato ad aprire l'erario e a prelevare, secondo le disposizioni del senato, il denaro da dare a Pompeo, dopo avere aperto la sala in cui era custodita la riserva del tesoro pubblico, subito fuggì da Roma. Si diceva infatti erroneamente che Cesare stava per sopraggiungere e che i suoi cavalieri erano vicini. Lentulo fu seguito dal collega Marcello e dalla maggior parte dei magistrati. Pompeo, partito da Roma il giorno prima, si dirigeva verso le legioni che aveva ricevuto da Cesare e che aveva stanziato a svernare in Puglia. Gli arruolamenti intorno a Roma vengono sospesi; a tutti risulta lampante che al di qua di Capua non vi è sicurezza. Solamente a Capua ci si rincuora e si ritrova il coraggio e si incomincia ad arruolare i coloni che erano stati qui insediati per la legge Giulia. Vengono condotti in piazza i gladiatori della scuola gladiatoria di Cesare a Capua; Lentulo li rende risoluti con la speranza di libertà; fornisce loro cavalli e dà l'ordine di seguirlo. In seguito, criticato dai suoi per tale iniziativa biasimata da tutti, li divide, affinché fossero sorvegliati insieme agli schiavi delle comunità campane.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 32 ^top
Portate a termine queste cose, Cesare, al fine di lasciar passare un periodo di tempo come interruzione, conduce nei municipi più vicini i soldati; egli invece si dirige verso Roma. Riunito il senato espone le ingiurie arrecategli dagli avversari. Dichiara di non avere aspirato a nessuna carica eccezionale, ma che, dopo avere atteso il tempo stabilito dalla legge per il consolato, si è accontentato di quel diritto che era riconosciuto a tutti i cittadini. Era stato proposto da dieci tribuni con l'opposizione dei nemici, mentre Catone resisteva molto bene e secondo la sua antica consuetudine tirava a lungo giorno dopo giorno indugiando con i suoi discorsi, affinché si tenesse conto della sua candidatura nonostante fosse assente, sotto il consolato dello stesso Pompeo: se (Pompeo) fosse stato contrario alla proposta, perché avrebbe permesso che essa venisse presentata? E se era favorevole, perché avrebbe impedito che eglisi servisse di tale beneficio voluto dal popolo? Fa notare la sua tolleranza, avendo egli spontaneamente chiesto di congedare gli eserciti, azione incui era disposto a perdere dignità e onore. Mette in luce l'asprezza degli avversari che rifiutano di fare ciò che pretendono dagli altrie preferiscono lo sconvolgimento generale al  perdere il potere egli eserciti. Fa notare l'ingiuria a lui arrecata nel toglierli le legioni, la crudeltà e l'insolenza nel limitare il potere dei tribuni; ricordale condizioni da sé proposte, i dialoghi richiesti e negati. In nome di queste cose prega e chiede (ai senatori) di assumere il governo e amministrare la cosa pubblica insieme a lui. Ma se essi fuggono per timore, egli non sarà loro di peso e amministrerà lo Stato da solo. Sostiene essere opportuno mandare ambasciatori a Pompeo per la trattativa; né egli temeva ciò che poco prima Pompeo aveva detto in senato, cioè che a coloro a cui si inviano ambasciatori si attribuisce una autorità e si manifesta il timore di coloro che li mandano. Ciò appare di chi è piccolo e debole. Egli invece, come ha desiderato di primeggiare con le sue imprese, così voleva essere superiore per giustizia ed imparzialità.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 1, 33 ^top
Il senato approva la proposta di mandare ambasciatori, ma non si trovava chi mandare e, in particolare, ciascuno rifiutava, per paura, questo incarico di ambasciatore. Pompeo, allontanandosi dalla città, aveva infatti detto in senato che avrebbe considerato alla stessa maniera coloro che fossero rimasti a Roma o che fossero stati nell'accampamento di Cesare. Così si perdono tre giorni in dispute e rifiuti. Gli avversari diCesare sobillano anche il tribuno della plebe Lucio Metello per prolungare la questione e impedire quanto altro avesse Cesare deciso di fare. Cesare, venuto a conoscenza di tale progetto, dopo avere inutilmaente perduto alcunigiorni, per non sprecare il tempo rimanente, parte da Roma e arriva nella Gallia superiore.
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De bello civili 2, 3 ^top
Nel frattempo Nasidio, mandato da Pompeo con una flotta di sedici navi, di cui poche corazzate, in aiuto a Domizio e ai Marsigliesi,  attraversato lo stretto giunge con le navi a Messina, senza che Curione se ne accorgao lo attenda; per l'improvviso terrore i capi ed i senatori fuggono dallacittà ed egli dai cantieri navali porta via una nave nemica. Dopo averla aggiunta alle altre sue, fa rotta verso Marsiglia e, mandata avanti di nascosto una piccola nave, avvisa Domizio ed i Marsigliesi del suo arrivo e li esorta vivamente a combattere nuovamente contro la flotta di Bruto,essendo le sue forze venute in aiuto.
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De bello civilli 2, 27 ^top
La notte dopo due centurioni marsi insieme a ventidue soldati delle loro compagnie fuggono dal campo di Curione presso Azzio Varo. Costoro, sia che gli riferissero realmente la loro opinione sia che lo compiacessero dicendo cose gradite -e infatti crediamo volentieri a ciò che vogliamo e speriamo che gli altri provino ciò che noi stessi proviamo-, gli assicurano che l'animo di tutto quanto l'esercito è contro Curione e che è in particolare necessario che gli eserciti si incontrino e abbiano possibilità di (scambiarsi) parola.La mattina dopo Varo, spinto da questo parere, porta fuori dal campo le legioni. Curione fa la stessa cosa ed entrambi schierano le truppe in una valle non grande che si frapponeva tra loro.
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De bello civili 2, 28 ^top
Nell'esercito di Varo c'era Sesto Quintilio Varo che, come si è detto sopra, era stato a Corfinio. Costui, lasciato in libertà da Cesare, era venuto in Africa, là dove Curione aveva condotto quelle legioni provenienti da Corfinio che prima Cesare aveva ricevuto, sicché, fatta eccezione per pochi centurioni sostituiti, centurie e manipoli erano rimasti uguali. Quintilio, colta questa occasione per parlare, incominciò a girare intorno alla schiera di Curione ed a scongiurare i soldati di non dimenticare il giuramento fatto a Domizio ed a lui da questore, ed a non combattere contro quelli che avevano avuto la medesima Fortuna e, durante l'assedio, avevano sofferto i medesimi mali, ed a non combattere in favore di quelli che venivano chiamati con disprezzo disertori. A queste aggiunse poche altre parole per suscitare speranza di premi che dovevano aspettarsi dalla sua liberalità, se avessero seguito lui ed Azzio. Nonostante questo discorso, da parte dell'esercito di Curione non ci fu alcun tipo di reazione e così entrambi i comandanti ricondussero nel campo le proprie truppe.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 2, 29 ^top
Ma nel campo di Curione un grande timore assalì tutti gli animi; in breve tempo esso viene accresciuto dai diversi discorsi dei soldati. Infatti ognuno faceva delle congetture ed aggiungeva a ciò che aveva sentito dire da un altro qualcosa della propria paura. Quando una diceria, pure essendo il frutto di uno solo, si propaga a più persone, e uno la trasmette a un altro, le fonti di essa sembrano diversificarsi. Era una guerra civile, un genere di uomini che è lecito agiscano liberamente e seguano il loro volere, queste le legioni che poco prima erano state nel campo avverso ... infatti anche la consuetudine con la quale venivano concessi aveva mutato il beneficio di Cesare ... anche i municipi erano uniti a partiti diversi ... e infatti non da Marsi e Peligni venivano come coloro che nella notte precedente nelle tende e alcuni commilitoni ... discorsi dei soldati, cose troppo gravi, dubbiose più dubbiosamente venivano accolte. Infatti alcune cose venivano inventate da coloro che volevano sembrare i più informati.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 2, 30 ^top
Riunitosi il consiglio per questa ragione, si incomincia a prendere decisioni sulla situazione generale. Alcuni erano del parere che in si dovesse fare in tutti i casi uno sforzo e assalire l'accampamento di Varo, poiché giudicavano che l'ozio era dannoso più di ogni altra cosa in considerazione della situazione d'animo dei soldati; dicevano poi che era meglio tentare valorosamente in battaglia la sorte della guerra piuttosto che patire l'estremo supplizio, abbandonati e traditi dai propri soldati. Vi era chi proponeva di ritirarsi verso la mezzanotte al campo Cornelio affinché lo spazio di tempo maggiore intercorso contribuisse a sanare l'animo dei soldati; se poi qualcosa di più grave fosse accaduto, grazie alla grande moltitudine di navi con più sicurezza e facilità avrebbero trovato rifugio in Sicilia.
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De bello civili 2, 36 ^top
Il giorno dopo Curione intraprende l'assedio di Utica e il suo accerchiamento con un vallo. C'era nella città una moltitudine non avvezza alla guerra, per il lungo periodo di pace; gli Uticensi grazie ad alcuni benefici ricevuti da Cesare erano a lui estremamente favorevoli; la colonia di cittadini romani era formata da varie classi; il terrore che avevano prodotto le battaglie precedenti era grande. E così già tutti parlavano apertamente di resa e trattavano con Azzio affinché con la sua ostinazione non volesse mettere in pericolo il destino di tutti. Durante queste trattative, giunsero ambasciatori mandati dal re Giuba per annunciare che egli era vicino con grandi truppe e per esortarli a custodire ed a difendere la città; questa notizia confortò il loro animo sconvolto.
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De bello civili 2, 44 ^top
Per questi motivi accadde che solo pochi soldati e padri di famiglia, che erano influenti per autorità o suscitavano commiserazione o erano in grado di raggiungere a nuoto le navi, furono imbarcati e giunsero sani e salvi in Sicilia.  Inviati di notte a Varo dei centurioni in qualità di ambasciatori, le altre truppe si consegnarono a lui. Il giorno dopo Giuba, vedendo dinanzi alla città le coorti di questi soldati, dichiarò pubblicamente che erano sua preda di guerra e ordinò che una gran parte di loro venisse uccisa; pochi soldati, da lui scelti, furono mandati nel suo regno, sebbene Varo lamentasse, senza però osare opporsi, del fatto che egli offendeva la sua lealtà. Lo stesso re, entrato a cavallo in città, seguito da tanti senatori, fra i quali Servio Sulpicio e Licinio Damasippo, stabilì e ordinò in pochi giorni che cosa voleva si facesse in Utica; e dopo pochi giorni ritornò con tutte le milizie nel suo regno.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 3, 3 ^top
Pompeo, che aveva avuto un intero anno per costruire le truppe, tranquillo perché in questo periodo non vi era stata guerra e interventi da parte dei nemici, aveva radunato dall'Asia, dalle isole Cicladi, da Corcira, da Atene, dal Ponto, dalla Bitinia, dalla Siria, dalla Cilicia, dalla Fenicia e dall'Egitto una grande flotta; aveva ordinato che un'altra grande flotta fosse costruita in ogni punto, aveva preteso e ottenuto una considerevole quantità di denaro richiesta in Asia e in Siria e da tutti i re, dinasti e tetrarchi e dai liberi popoli dell'Acaia, aveva costretto le società di cavalieri delle province in suo possesso a versargli una grande quantità di denaro.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 3, 14 ^top
Caleno, imbarcate a Brindisi legioni e cavalleria, quel tanto che le navi potevano contenerne, come era stato ordinato da Cesare, salpa e, allontanatosi un po' dal porto, riceve una lettera da Cesare che lo informa che i porti e tutto il litorale sono sotto la flotta nemica. Saputo questo, ritorna in porto e richiama tutte le navi. Una di esse, che continuò la navigazione e non obbedì al comando di Caleno, poiché non c'erano soldati a bordo ed era comandata da un privato, spintasi fino a Orico, fu presa da Bibulo che sfogò il proprio odio sui servi e su tutti gli uomini liberi uccidendo tutti, non risparmiando neppure i fanciulli. Così da un breve intervallo di tempo e da un caso accidentale dipese la salvezza di tutto l'esercito.
Versioni di latino tradotte - Cesare

De bello civili 3, 54 ^top Pompeo, accresciute poderosamente di notte le fortificazioni, edificò nei giorni seguenti delle torri e, fatti costruire i baluardi alti quindici piedi, coprì con vinee quella parte dell'accampamento. Cinque giorni dopo, approfittando di un'altra notte nuvolosa, fece ostruire tutte le porte del campo per sbarrare il passaggio e, appena dopo mezzanotte, portò l'esercito fuori in silenzio e si rifugiò nel campo prima.


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