VERSIONI DI LATINO
Cicerone - Lettere


 Lettere: ad Attico 3, 1
 Lettere: ad Attico 3, 3
 Lettere: ad Attico 3, 25
 Lettere: ad Attico 3, 26
 Lettere: ad Attico 3, 27
 Lettere: ad Attico 7, 10
 Lettere: ad Attico 12, 35
 Lettere: ad Attico 12, 36
 Lettere: ad Attico 14, 3
 Lettere: ad Attico 14, 4
 Lettere: ai familiari 2, 2
 Lettere: ai familiari 5, 4
 Lettere: ai familiari 6, 17
 Lettere: ai familiari 14, 8
 Lettere: ai familiari 14, 9
 Lettere: ai familiari 14, 10
 Lettere: ai familiari 14, 11
 Lettere: ai familiari 14, 17
 Sconforto di Cicerone rientrato dall'esilio

Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 3, 1 ^top
Se prima pensavo che averti al mio fianco per me fosse della masima importanza, quando ho poi letto la proposta finale ho capito che per il viaggio la cosa migliore fosse quella che tu mi raggiungessi il prima possibile: così, se mi toccasse attraversare l'Epiro, potrei godere della protezione tua e dei tuoi; e se bisognasse decidere diversamente, sceglierei il da farsi migliore in base ai tuoi consigli. Per queste ragioni ti prego di impegnarti nel raggiungermi subito. Lo potrai fare più facilmente,dato che è passata la legge sulla provincia di Macedonia. Ti racconterei altri argomenti se la stessa situazione non perorasse in mio favore presso di te.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 3, 3 ^top
Prego il cielo affinchè io possa il giorno in cui io ringrazierò te per avermi costretto a vivere. Per il momento me ne pento ancora amaramente. Ma io prego te che tu mi raggiunga immediatamente a Vibo verso cui ho rivolto il mio cammino per vari motivi. Ma, se ci verrai, potrò ragionare con calma su tutto l'itinerario del mio esilio. Mi meraviglierei se tu non lo facessi; ma confido che tu lo farai.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 3, 25 ^top
Dopo che tu sei partito da qui mi è stata consegnata una lettera da Roma, dalla quale deduco chiaramente che io dovrò struggermi in questa mia sciagura. E infatti (ma prendila per il verso giusto) se ci fosse qualche speranza di salvezza, per l'affetto che tu hai verso di me non te ne saresti andato giusto adesso. Ma, per non sembrare ingrato o desideroso di coinvolgere tutto l'universo nella mia rovina, non ne voglio parlare: ti chiedo solo, come mi assicurasti, di fermarti entro il 1° gennaio dovunque io mi trovi.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 3, 26 ^top
Mi è stata portata una lettera (scritta) da mio fratello Quinto con il testo del decreto senatoriale che mi interessa. Ho intenzione di aspettare la presentazione da parte dei tribuni delle relative proposte di legge e, se ci si opporrà, di giovare dell'autorità del senato ed a questo punto preferisco la morte che la rinuncia alla patria. Tu, per favore, fai presto a raggiungermi.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 3, 27 ^top
Dalla tua lettera e dalla situazione stessa vedo che la mia rovina è completa. Supplico te che alle nostre sventure non venga meno la tua assistenza per quanto i miei avranno bisogno di te. Come scrivi, ti vedrò presto.
Versioni di latino tradotte - Cicerone


Lettere: Ad Attico 7, 10 ^top
Ho preso l'improvvisa decisione di lasciare la città prima dell'alba, al fine di evitare sguardi indiscreti o parole, particolarmente per la presenza di littori con corone di alloro. Per il resto, diavolo, non so che fare nè per il presente nè per il prossimo futuro: adesso sono sconvolto dalla pazzia e dall'impulsività di questa mia decisione. E quale cosiglio a te, da cui io stesso mi aspetto di essere consigliato, dovrei darti? Non so quali siano stati nè quali siano ora i piani di Pompeo: è ancora in preda allo stupore è ancora chiuso nelle sue fortificazioni. Saremo tutti con lui se si attesterà in Italia, sarà invece tutto da decidere se si ritirerà. Fino ad adesso è sicuro, a meno che io non abbia perso la ragione, che la sua politica è stata un susseguirsi continuo di imprudenze e cose sciocche. In quanto a te, ti prego di scrivermi spesso, anche se fosse per dirmi la prima cosa che ti viene in mente.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 12, 35 ^top
L'ultima volta, prima di lasciarti, non mi era più venuto in mente che se spendi per un monumento una somma superiore a non so quale livello fissato dalla legge, bisogna versare una somma pari a quella in eccedenza nelle casse pubbliche. La cosa non mi turberebbe molto, se non fosse per il fatto che -non so per quale motivo e forse del tutto illogicamente- non vorrei che quello mio non si chiamasse in altro modo che tempietto. Se io rimango di questa idea, credo di non poter ottenere nulla se non spostandone completamente la posizione. Per favore, rifletti su ciò. Nonostante infatti che io mi sia un po' calmato e, in un certo senso, rientrato in me stesso, ho ugualmente bisogno del tuo parere. Così ti prego ancora una volta, e assai più di quanto tu tolleri o gradisci di essere da me pregato, di considerare con estrema cautela tutti gli aspetti del problema.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 12, 36 ^top
Voglio che si faccia un tempietto e questa idea non mi si può levare dalla testa. Desidero evitare qualunque similitudine con un sepolcro non tanto per eludere le sanzioni di legge quanto per ottenere un carattere il più possibile sacro. Ciò sarebbe possibile se lo costruissi all'interno stesso della villa; ma, come tante volte si è detto, ho paura dei cambiamenti di proprietà. Mentre se lo dovessi costruire in un qualunque angolo della campagna, mi sembra di potergli garantire il religioso rispetto dei posteri. Devi farti carico di queste mie futilità (ammetto che lo siano): non ho neppure me stesso con cui scambiare tanto francamente delle idee come con te. Se invece approvi l'idea, il posto, il progetto, leggi per favore la legge e mandamela. Se ti venisse in mente qualche sistema per eluderla, lo adotteremo. Se hai da scrivere qualcosa a Bruto, rimproveralo — a meno che non ti sembri fuori luogo — per il fatto che non si è voluto fermare nella mia villa di Cuma per quella certa ragione che ti ha detto. A ripensarci su, non mi pare che si sarebbe potuto comportare più scontrosamente. E se sarai d'accordo a fare per il tempietto come mi sto orientando adesso, vorrei che spronassi Cluazio e lo spingessi a muoversi. Quand'anche infatti ci si dovesse decidere per un altro posto, penso di giovarmi comunque dei suoi servizi e dei suoi consigli tecnici. Immagino che domani andrai in villa.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 14, 3 ^top
La tua lettera spira calma assoluta. Se durasse a lungo! Mazio alla fine sosteneva che è impossibile. Ecco poi che i miei muratori, usciti per (raccogliere) grano e ritornati a mani vuote, raccontano di insistenti voci secondo cui tutto il frumento viene raccolto a Roma a casa di Antonio. Si tratta certamente di una cosa falsa, altrimenti me lo avresti scritto. Ancora nessun traccia di Corumbo, il liberto di Balbo. Il nome non mi è nuovo: pare che sia un ottimo architetto. Mi sembra che ci si sia rivolti a te non senza motivo per farti fare da testimone testamentario: in realtà essi desiderano che io ne dia un giudizio positivo... E io non vedo effettivamente perché i loro sentimenti non debbano corrispondere ai fatti. Ma che cosa ci importa di queste cose? Però in qualche modo si sente odore di ordini antoniani; sono veramente convinto che, anziché complottare, lui fa anzi grandi piani di pranzi! Se hai per le mani qualcosa di certo, scrivimelo, altrimenti, passa alla descrizione dei segni di simpatia popolare e delle battute dei mimi. Tanti saluti a Pilia e ad Attica.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: Ad Attico 14, 4 ^top
Credi forse che abbia io delle novità su Lanuvio? Sono io che devo credere che ce ne abbia tu ogni giorno lì a Roma. Le cosei si complicano. Se Mazio la pensa così, che idea hai degli altri? Mi dispiace veramente che insieme con alla libertà non si siano restaurati anche i diritti costituzionali. Fanno spavento tutte queste cose che si dicono, tutte queste continue minacce. E ho paura anche di una guerra in Gallia, e dove vada a parare lo stesso Sesto Pompeo. Ma quand'anche tutto congiurasse per il peggio, la giornata del 15 marzo mi consola. I nostri campioni, per quanto si poteva ottenere tramite loro, si sono comportati in maniera assolutamente ineccepibile e generosissima: le altre iniziative abbisognano di mezzi e di forze che non possediamo affatto. Questo per tè da parte mia. Tu ricambia rapidamente da parte tua se c'è alcunché di nuovo (e infatti mi aspetto qualcosa da un giorno all'altro); e se non c'è, seguiamo lo stesso la nostra vecchia abitudine e non facciamo cadere il filo che lega le nostre confidenze.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 2, 2 ^top
La scomparsa dell'onorevole figura di tuo padre mi ha privato di una autorevole testimonianza dell'enorme affetto che io ho per te: il suo passato era pieno di gloria, aveva te come figlio ed alla conclusione di un destino più felice di quello di qualunque altro è venuta meno unicamente la possibilità di vederti prima di lasciare questa vita. Ma spero che la nostra amicizia non abbia bisogno di testimonianze; che il cielo protegga la fortuna di cui sei erede. In me troverai certo uno a cui essere motivo di compiacimento e di consolazione come lo fosti a tuo padre.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 5, 4 ^top
(Al console Metello Nepote)
Le lettere di mio fratello Quinto e di Tito Pomponio, mio intimo amico, mi avevano fatto sperare in bene che tu non meno del tuo collega eravate favorevoli ad offrirmi la vostra assistenza. Ti avevo dunque scritto senza esitazione, come l'insieme delle circostanze imponevano, sia per porgerti i miei ringraziamenti sia appunto per domandare un ulteriore aiuto per il futuro. In seguito, non tanto le lettere dei miei quanto la viva voce di chi aveva occasione di passare da queste parti, mi davano assicurazione che i tuoi sentimenti restavano immutati; la qual cosa ha fatto sì che io avessi ritegno a tempestarti di lettere. Ora mio fratello Quinto mi da notizia di un tuo intervento in senato estremamente fiacco: spinto da questo, ho provato a scriverti e ti chiedo esplicitamente, per quanto può dipendere dal tuo buon volere, di salvare i tuoi insieme con me invece di attaccarmi cedendo alla spieiata arroganza dei tuoi. Hai già riportato una vittoria su te stesso, offrendo allo stato la rinuncia alle tue inimicizie private; adesso ti faresti trascinare, contro lo stato, a sostenere le inimicizie altrui? Se invece, con un tuo solito atto di generosità, dovessi oggi aiutarmi, ti assicuro la mia devozione per ogni futura evenienza. Se al contrario nè ai magistrati nè al senato e tanto meno al popolo sarà data la possibilità di agire in mio favore, in grazia di quel clima di violenza che ha rovinato la repubblica insieme con me, considera attentamente che, ove tu volessi a un certo punto riafferrare l'occasione di salvarci tutti, tu non sarai poi in grado di farlo perché non ci sarà più nessuno da salvare.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 6, 17 ^top
Alle altre ragioni per le quali desisero finalmente la restaurazione della repubblica, si aggiunge anche, ti prego di credermi, ed anzi ancora di più mi sprona ad augurarmela, la promessa a cui nella tua lettera ti riferisci: mi scrivi di volere stabilire con me, se gli eventi maturano, una più stretta relazione. Le tue intenzioni mi fanno un immenso piacere: il tuo comportamento non è estraneo ai tradizionali vincoli che ci legano ed all'opinione che si era fatta di me il tuo nobile padre. Devi essere convinto di una cosa: quelli che, a seconda delle occasioni, si sono prodigati o si prodigano in tuo favore ti sono più uniti di me per l'entità dei loro benefici, ma nessuno per per quanto riguarda i legami dell'amicizia. Mi è dunque grata sia la memoria che riservi del nostro rapporto sia la volontà di renderlo più forte che domostri.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 14, 8 ^top
Io sto bene e spero che così sia per te. Ma vorrei che tu non trascurassi affatto la tua salute. Sono venuto al corrente grazie ad una lettera e per voce della tua febbre improvvisa. Mi ha fatto un gran piacere ad informarmi così rapidamente della lettera di Cesare. Allo stesso modo, se ci sarà necessità, mi metterai al corrente se saranno accadute delle novità. Stammi bene. Addio. 2 giugno.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 14, 9 ^top
A tutti i miei altri guai si è aggiunto il dolore per le cattive notizie riguardo alla salute di Tullia e Donabella. Non so nella maniera più assoluta e in qualunque modo né che partito prendere né cosa fare in merito alla situazione. Prego te e Tullia di curarvi bene. A presto.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 14, 10 ^top
Ho scritto a Pomponio più tardi di quando sarebbe stato opportuno sul mio punto di vista a proposito del prossimo futuro. Se avrai occasione di parlargli, ne capirai il motivo: non mi è parso necessrio, dato che ho già detto a lui tutto, scrivere in maniera più esplicita. Vorrei che tu mi rispondessi al più presto in merito a ciò ed al resto. Addio. 9 luglio.
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 14, 11 ^top
Io sto bene e così spero per te. La nostra Tullia mi ha raggiunto il 12 giugno. Le sue grandi abilità e la sua straordinaria sensibilità mi hanno fatto provare un rimorso anche più grande che per la mia imprudenza ora si trovi in una condizione assai diversa da quella che il suo affetto ed il suo stato esigerebbero. Ho intenzione di mandare Cicerone insieme a Cneo Sallustio da Cesare. Se dovesse partire te ne informerò subito. Non trascurare la salute. Addio. 15 giugno
Versioni di latino tradotte - Cicerone

Lettere: ai familiari 14, 17 ^top
Sono contento di sapere che voi stiate bene come me. Se avessi dei fatti da raccontarti, scriverei pagine su pagine e più spesso. Ora giudica tu a che punto è la faccenda.  Potrai poi apprendere da Lepta e Trebazio in che modo la cosa mi coinvolga. Abbi cura di te e Tullia. Addio.
Versioni di latino tradotte - Cicerone


Sconforto di Cicerone rientrato dall'esilio ^top
Venni a Brindisi alle Calende di Maggio. In quello stesso giorno i tuoi figli mi diedero una tua lettera e altri fanciulli dopo tre giorni me ne portarono un'altra. Poichè ti rallegri per il fatto che siamo tornati salvi in Italia, ciò mi è molto gradito e di grande sollievo. Il fatto che mi richiami alla vita, e certamente fai ciò con animo fraterno, ma non serve a nulla: infatti odio l'affollamento delle città e del foro, evito gli uomini, posso a malapena vedere la luce. Ora non voglio enumerare tutte le miserie, nelle quali mi abbatterei a causa della somma ingiuria di uomini malvagi. Tuttavia sappi questo: sopratutto io sono tormentato e soffro per il fatto che inoltre spesso a causa degli invidiosi, che avevo reputato amici, mi ritrovo in grave disgrazia. Aggiungi nei più grandi dolori che mi tormentano sia la salute della nostra Tullia sia le preoccupazioni di Terenzia, amatissima moglie, che io ho sempre voluto felici. Questo certamente affermo: nessuno mai sia affetto da tante disgrazie, che da nessuno deve essere più desiderata la morte. Nessuna dunque è la ragione per cui si desideri rimanere in una vita così miserabile ed anche infelice, se non perchè non ho ancora perso la speranza di recuperare la salvezza, che mi perseguitava incalzante. Abbi cura di te.


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